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LETTERA APERTA AI CITTADINI
SPORT, AMBIENTE ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ

Come madre e avvocato ancor prima che come Presidente del WWF del Lazio sono rimasta molto colpita dagli articoli di stampa apparsi oggi sui principali quotidiani in merito ai sequestri operati dalla Magistratura degli impianti creati in occasione dei Mondiali di nuoto.

Da sempre pratico sport, convinta del valore educativo che una sana attività trasmette soprattutto alle menti dei più giovani.

I provvedimenti giudiziari che hanno interessato le piscine realizzate in occasione degli ultimi Mondiali di nuoto, vengono presentati dalla stampa e recepiti dai cittadini come un danno per la collettività, soprattutto per tutti i bambini in attesa di essere avviati allo sport.

Forse per la formazione giuridica, ma credo più banalmente per un ordinario senso civico, francamente non riesco a ravvedere nella legittima e corretta attività della Magistratura un limite per chicchessia.

Anzi credo che sia funzione primaria per un genitore impartire l’insegnamento di valori che hanno parimenti rilievo per la crescita di un figlio, come l’autostima ed il rispetto altrui, ma anche l’assunzione di responsabilità e di correttezza che caratterizzano la condotta di ognuno nel perseguimento di regole condivise.

Da mamma non mi verrebbe mai in mente di anteporre l’esigenza personale di far frequentare a mio figlio una piscina al posto di un’altra, rispetto all’eventuale rischio idrogeologico causato dal mancato rispetto di un vincolo. Forse il terribile disastro di Messina di questi giorni ci dovrebbe indurre a maggiore saggezza. Per questo ritengo risulti fuorviante contrapporre questi due temi da cui nasce un messaggio equivoco che può generare dubbi e confusioni.

Infine, in un clima generale che getta ombre sulla legittimità dei ruoli, mi è parso piuttosto inopportuno, assistere all’espressione di solidarietà da parte di cariche istituzionali. Credo invece con convinzione che attendendo rispettosamente i risultati delle inchieste si garantiscano gli interessi e la sicurezza di tutti.

Non v’e chi non veda infatti, che a fronte del solo interesse di alcuni, siano stati offesi i diritti di un’intera collettività, per la possibile violazione di vincoli esistenti e quindi indispensabili, nonché di eventuali occupazioni di terreni destinati magari a verde pubblico o comunque di porzioni di territorio libero ora invece invaso da cemento.

Mi sembra ieri quando nel corso di una riunione della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici del II Municipio inerente la realizzazione dell’impianto di Viale della Moschea facevo presente che non era agli atti la valutazione d’impatto ambientale da cui si sarebbero potuti vedere tutti i potenziali rischi.

D’altra parte, l’abitudine alla deroga che ormai è divenuta prassi nelle dinamiche urbanistiche della Capitale, sembra stia assumendo lo sport quale “passe par tout”, come dimostra la recente e dubbia vicenda degli stadi di calcio.

Come persona che racchiude in sé contaminazioni diverse, giuridica, ambientalista e sportiva, non intendo accettare l’imposizione di una contraddizione strumentale, tra valori per me tanto importanti e continuerò ad educare i miei figli sia alla cultura sportiva così come all’ambiente ed alla legalità, sapendo che solo così potrò aiutarli a diventare cittadini responsabili.

Cordialmente

Vanessa Ranieri
Presidente WWF Lazio

 

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI